Il Comune, nell'adottare provvedimenti di regolamentazione della circolazione stradale su tratti di strade non comunali che attraversano il centro abitato, è tenuto a richiedere il preventivo parere dell'ente proprietario della strada, ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Codice della Strada. Tale obbligo procedimentale non può essere derogato dalla previsione, in via generale ed astratta, della competenza comunale sulla gestione del servizio di regolazione del traffico urbano. L'omissione di tale parere determina l'illegittimità del provvedimento adottato dal Comune, in quanto viola una regola procedimentale posta a tutela dell'interesse pubblico alla sicurezza della circolazione stradale. Il giudice amministrativo, nell'esercizio del proprio sindacato di legittimità, è tenuto a verificare il rispetto di tale obbligo procedimentale, senza poter entrare nel merito delle scelte discrezionali compiute dall'amministrazione comunale nell'esercizio dei propri poteri di regolamentazione del traffico urbano. Pertanto, l'ordinanza comunale che istituisce aree di sosta a pagamento lungo un tratto di strada statale, senza aver previamente acquisito il parere dell'ente proprietario della strada, deve essere annullata per vizio di legittimità del procedimento, fermo restando che il Comune potrà adottare un nuovo provvedimento previo espletamento della prescritta consultazione.