Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15682 del 8 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15682PEN

Massima

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Il requisito dell'immediatezza della reazione, ai fini dell'integrazione dell'esimente della provocazione nei delitti contro l'onore, deve essere inteso in senso relativo, avuto riguardo alla situazione concreta e alle modalità di reazione, senza che sia necessaria una contemporaneità tra il fatto ingiusto altrui e la condotta reattiva, essendo sufficiente che tra essi sussista una reale contiguità temporale, anche quando la reazione assuma la forma della diffamazione, purché persista l'accecamento dello stato d'ira provocato dal fatto ingiusto altrui. Pertanto, l'assenza di un rapporto di contestualità immediata tra il fatto ingiusto e la reazione non esclude la configurabilità dell'esimente della provocazione, qualora risulti che la condotta reattiva sia stata determinata dal perdurare dello stato d'ira provocato dal fatto ingiusto precedente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata dal tribunale di Catanzaro il 27.11.2007;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. Alfredo Guardiano;

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale dott. SPINACI Sante che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;

udito per la costituita parte civile il difensore di fiduci…

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