Cassazione penale Sez. I sentenza n. 41309 del 2 novembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:41309PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto da una pluralità di elementi convergenti, quali la natura efferata e premeditata del delitto commesso, le modalità esecutive riconducibili a logiche mafiose, l'inserimento dell'imputato in contesti di criminalità organizzata, la disponibilità dimostrata nel porre la propria persona al servizio di condotte violente, anche in occasione di precedenti contrasti, nonché l'assenza di significativi elementi indicativi di un effettivo ravvedimento. Tali fattori, valutati complessivamente, possono giustificare il perdurare della presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari, anche in assenza di condotte recenti idonee a dimostrare la concreta attualità del pericolo, ove il trascorrere del tempo non risulti sufficiente a superare la valutazione prognostica negativa fondata sugli elementi sopra indicati. Analogamente, il pericolo di fuga può essere desunto dalla condanna a una pena detentiva elevata, dalla capacità dell'imputato di gestire la propria situazione personale e giudiziaria attraverso spostamenti in diversi Paesi, nonché dalla disponibilità di appoggi e contatti all'estero, tali da poter agevolare la sottrazione all'esecuzione della pena. Tali elementi, unitamente alla valutazione complessiva delle concrete modalità di realizzazione della fuga, possono giustificare il perdurare della presunzione relativa di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, anche in assenza di recenti tentativi di espatrio, ove il giudice ritenga che il mutato contesto processuale possa incentivare l'allontanamento ai fini della sottrazione all'esecuzione della pena. Infine, la presunzione relativa di adeguatezza della custodia cautelare in carcere non può ritenersi superata dalla mera prospettazione di misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, ove il giudice ritenga che tali misure non siano idonee a neutralizzare concretamente il pericolo di reiterazione del reato e di fuga, in considerazione delle specifiche modalità di realizzazione delle condotte illecite e delle concrete possibilità di eludere i controlli.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

Dott. RUSSO Carmine - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 28/10/2021 del TRIB. LIBERTA' di TORINO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ROBERTO BINENTI;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona dell'Avvocato generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso;
udito il difensore l'avvocato (OMISSIS) che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Torino, con il provvedimento indicato in epigrafe, rig…

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