Cassazione civile Sez. Unite sentenza n. 30170 del 30 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:30170CIV

Massima

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L'avvocato, nell'esercizio della propria attività difensiva, è tenuto a mantenere un comportamento improntato alla dignità e al rispetto delle reciproche funzioni con i magistrati, astenendosi dall'uso di espressioni offensive o ingiuriose, anche se non direttamente finalizzate alla difesa. La violazione di tale dovere deontologico, accertata sulla base di adeguate risultanze probatorie, integra un illecito disciplinare sanzionabile, a prescindere dalla sussistenza di uno "sconcerto negli astanti" o di altri eventi lesivi, essendo sufficiente la mera condotta non conforme alla dignità professionale. Tuttavia, la gravità dell'illecito e la conseguente sanzione applicabile devono essere valutate anche alla luce di circostanze successive, come l'eventuale remissione delle querele da parte dei magistrati offesi e altri elementi che possano ridimensionare, sotto il profilo psicologico, la portata della condotta censurata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONI UNITE CIVILI

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROVELLI ((omissis)) - ((omissis)) f.f.

Dott. MIANI CANEVARI Fabrizio - Presidente di sez.

Dott. PICCIALLI Luigi - rel. Consigliere

Dott. MASSERA Maurizio - Consigliere

Dott. FORTE Fabrizio - Consigliere

Dott. SPAGNA MUSSO Bruno - Consigliere

Dott. CAPPABIANCA Aurelio - Consigliere

Dott. D'ALESSANDRO Paolo - Consigliere

Dott. TIRELLI Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMESSO), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA LORENZO IL MAGNIFICO 80, presso lo studio dell'avvocato QUATTRINO CARLO, rappresentato e difeso dall'avvocato MARCHESE GIOVANNI, per delega in cal…

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