Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45678 del 22 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:45678PEN

Massima

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Il dolo richiesto per il reato di diffamazione non necessita dell'animus iniuriandi vel diffamandi, essendo sufficiente il dolo generico, anche nella forma del dolo eventuale, in quanto basta che l'agente, consapevolmente, faccia uso di parole ed espressioni socialmente interpretabili come offensive, senza che rilevi il fine perseguito dall'agente, il quale può anche essere quello di ottenere una bonaria composizione di controversie pendenti. Pertanto, la selezione dei destinatari della comunicazione diffamatoria in base alle finalità perseguite dall'agente è irrilevante ai fini dell'integrazione del reato di diffamazione, il quale si perfeziona con la semplice consapevole utilizzazione di espressioni offensive, a prescindere dall'animus iniuriandi vel diffamandi e dalle intenzioni dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Bari;

avverso la sentenza del 20/09/2011 del Tribunale di Trani R.G. n. 5/2010;

nei confronti di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in Pubblica Udienza la relazione svolta dal Consigliere Giuseppe De Marzo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale d…

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