Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12307 del 29 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12307PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della sentenza impugnata, non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella operata dal giudice di merito, né rileggere autonomamente gli elementi probatori, essendo precluso il controllo sulla correttezza della motivazione in rapporto ai dati processuali. Il suo compito è limitato a verificare l'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter censurare la motivazione per il solo fatto di ritenere più plausibile una diversa ricostruzione dei fatti. L'illogicità della motivazione, per essere rilevante in sede di legittimità, deve essere evidente e percepibile immediatamente dal testo del provvedimento, non potendo il giudice di legittimità sostituirsi al giudice di merito nell'apprezzamento delle prove e nell'adozione di nuovi parametri di valutazione, pena la trasformazione della Corte di Cassazione in un giudice del fatto, in violazione della sua peculiare funzione di organo di controllo sulla conformità della motivazione alle disposizioni di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa di N'. Af. (nato il (OMESSO));

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Milano, in data 09 dicembre 2008;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. TADDEI ((omissis));

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale Dott. DI CASOLA Carlo, il quale ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

La difesa di N'. Af. ricorre av…

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