Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24474 del 17 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:24474PEN

Massima

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Il dolo estorsivo si configura quando la condotta violenta e intimidatoria, pur apparentemente finalizzata al soddisfacimento di una pretesa legittima, si rivela in realtà finalizzata al conseguimento di un profitto ingiusto, in quanto le modalità della richiesta, sproporzionate rispetto all'entità della somma pretesa, sono tali da coartare la volontà della vittima e da configurare un abuso della forza intimidatoria che travalica i limiti del mero esercizio di un diritto. In tali casi, la sproporzione della violenza o della minaccia rispetto all'entità della pretesa costituisce un grave indizio della volontà ricattatoria dell'agente, rilevante ai fini dell'accertamento del dolo estorsivo, anche quando la somma richiesta appartenga all'imputato, poiché ciò non esclude la configurabilità del reato di estorsione, essendo la condotta violenta fine a sé stessa e non diretta al mero soddisfacimento di una legittima pretesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 15780/2013 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 23/04/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/05/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dott. AIELLI LUCIA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CUOMO Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
(OMISSIS) ricorre avverso la sentenza della Corte di A…

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