Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso la Variante generale al Piano di Governo del Territorio di Gallarate, ha affermato il seguente principio di diritto: Il potere di pianificazione urbanistica, pur connotato da ampia discrezionalità, non può essere esercitato dall'Amministrazione comunale in modo da imporre al proprietario di un'area, ritenuta erroneamente "dismessa", un meccanismo perequativo ad arcipelago che subordini l'edificabilità del suo compendio alla contestuale cessione gratuita di un'area di proprietà di un soggetto terzo, destinata a servizi pubblici, senza alcun adeguato ristoro. Ciò in quanto tale disciplina pianificatoria risulta fondata su presupposti di fatto travisati, oltre che in contrasto con il divieto di utilizzare il potere di pianificazione con finalità espulsive, non potendo incidere sulle opere già eseguite in conformità alla disciplina previgente. Inoltre, il meccanismo compensativo individuato non rispetta i principi di cui all'art. 11, comma 3, della legge regionale n. 12 del 2005, risultando eccessivamente penalizzante e aleatorio per il proprietario dell'area. Infine, il rigetto delle osservazioni formulate dal privato, pur connotato da ampia discrezionalità, deve essere assistito da una motivazione congrua rispetto agli elementi di fatto e di diritto posti a fondamento delle stesse, in modo da dimostrare l'effettiva valutazione di tutti gli interessi coinvolti.