Cassazione penale Sez. III sentenza n. 9295 del 9 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:9295PEN

Massima

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La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche se realizzata per uso personale, integra un reato di pericolo presunto che tutela la salute collettiva, essendo sufficiente l'accertamento della messa in pericolo del bene giuridico protetto, a prescindere dal grado di offesa e dalla destinazione d'uso della sostanza. Il giudice è tenuto a verificare in concreto l'offensività della condotta, ma la coltivazione di un numero significativo di piante, anche in vasi, è di per sé idonea a porre in pericolo il bene tutelato, in quanto può incrementare le occasioni di cessione e il mercato degli stupefacenti fuori dal controllo delle autorità. Il divieto di coltivazione di piante stupefacenti è assoluto, salvo le eccezioni previste per scopi scientifici, sperimentali e didattici, e non ammette distinzioni tra coltivazione in senso tecnico-agrario e coltivazione domestica, essendo penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione, a prescindere dalle sue caratteristiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) Sa. Ma. nata il (OMESSO);

avverso la sentenza del 3.6.2009 della Corte di Appello di Lecce;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

sentite le conclusioni del P.G., dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

1) Con sentenza in data 3 giugno 2009 la Corte di Appello di Lecce, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Brindisi del 5.6.2006, con la quale Sa. Ma. era stata condannata, previo riconoscimento d…

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