Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1215 del 10 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1215PEN

Massima

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Il vincolo della continuazione tra reati può essere riconosciuto solo quando le singole violazioni costituiscano parte integrante di un unico programma criminoso, deliberato fin dalla commissione della prima condotta per il conseguimento di un determinato fine. Tale unicità di disegno non può essere desunta dalla mera identità o analogia delle fattispecie delittuose, essendo altresì necessario che tutti gli episodi siano effettivamente frutto di un'originaria ed unica ideazione e determinazione volitiva. Pertanto, il mero dato temporale o la semplice connessione oggettiva tra reati, anche se commessi nell'ambito di un'associazione criminosa, non sono sufficienti a integrare il vincolo della continuazione, dovendosi escludere tale ipotesi quando i singoli reati risultino essere stati commessi per sopperire a contingenti esigenze, senza essere stati programmati fin dal momento dell'adesione al sodalizio criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 573/2010 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 04/10/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

lette le conclusioni del PG. che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 4 ottobre 2011 la Corte d'appello di Napoli, quale giudice dell'esecuzione, ha respinto l'istanza proposta da (OMISSIS), intesa ad ottenere il riconosciment…

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