Il mancato rinnovo di una concessione demaniale marittima è legittimo qualora il concessionario abbia realizzato opere edilizie abusive sull'area demaniale, in assenza delle prescritte autorizzazioni, e non abbia ottemperato all'ordine di demolizione impartito dall'amministrazione. In tali casi, il rinnovo della concessione è subordinato all'eliminazione degli abusi edilizi e alla regolarizzazione della posizione del concessionario, non potendo l'amministrazione procedere al rinnovo in presenza di una situazione di perdurante inottemperanza e abusività. Il mancato rinnovo non costituisce una revoca della concessione, ma una legittima conseguenza della mancata rimozione delle opere abusive, in applicazione del principio di legalità e del dovere di tutela del demanio pubblico. L'amministrazione, pertanto, non è tenuta a valutare la proporzionalità della propria azione, essendo il diniego di rinnovo fondato sulla perdurante situazione di abusività e inottemperanza del concessionario, circostanze che legittimano il mancato rinnovo della concessione, a prescindere dalla rilevanza o meno degli abusi edilizi commessi. Inoltre, il mancato rinnovo non è subordinato all'adozione di specifici provvedimenti di revoca ai sensi dell'art. 1, comma 2-ter, della legge n. 494 del 1993, in quanto tale norma disciplina un diverso istituto, quello della revoca immediata della concessione, che non trova applicazione nel caso di diniego di rinnovo per la permanenza di una situazione di abusività.