Consiglio di Stato sentenza n. 9408 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:9408SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. La presentazione di un'istanza di accertamento di conformità ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 non determina l'improcedibilità per sopravvenuta carenza d'interesse dell'impugnazione proposta avverso l'ordinanza di demolizione, ma comporta un arresto temporaneo dell'efficacia della misura repressiva che riacquista la sua efficacia nel caso di rigetto della domanda di sanatoria. Pertanto, il nuovo ordine di riduzione in pristino adottato dal Comune in sede di diniego dell'accertamento di conformità priva di utilità l'eventuale annullamento dell'originaria ordinanza di demolizione. 2. Gli interventi realizzati, consistenti in un manufatto in legno e muratura di rilevanti dimensioni (superficie di mq. 50,00 ed altezza variabile da mt. 2,20 a mt. 3,00) e in una baracca da cantiere adibita a deposito, integrano una nuova costruzione, realizzata in area sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della l. n. 1497/1939, con conseguente necessità del rilascio del permesso di costruire, oltre che dell'autorizzazione paesaggistica, non essendo tali opere riconducibili alla nozione di pertinenza urbanistica. 3. L'ordinanza di demolizione costituisce espressione di un potere vincolato e doveroso in presenza dei requisiti richiesti dalla legge, rispetto al quale non è richiesto alcun apporto partecipativo del privato né la specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico o la comparazione con gli interessi privati, non essendo ravvisabile alcun affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di fatto abusiva. 4. In caso di abuso edilizio, la valutazione di un intervento edilizio consistente in una pluralità di opere deve effettuarsi in modo globale e non in termini atomistici, in quanto il pregiudizio arrecato al regolare assetto del territorio deriva non da ciascun intervento a sé stante bensì dall'insieme delle opere nel loro contestuale impatto edilizio e nelle reciproche interazioni. 5. L'onere di provare la preesistenza del manufatto asseritamente oggetto di ricostruzione grava sulla parte, la cui mancata dimostrazione legittima il rigetto dell'istanza di accertamento di conformità.

Sentenza completa

Pubblicato il 02/11/2023

N. 09408/2023REG.PROV.COLL.

N. 09418/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9418 del 2019, proposto da
((omissis)), rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via ((omissis)), 11;

contro

Comune di Napoli, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)) ed ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’Avv. ((omissis)) in Roma, via Appennini 46;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (sezione …

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