Il custode giudiziario di un bene sottoposto a pignoramento è tenuto per legge a conservare il bene al fine di garantire l'effettività della procedura esecutiva in corso, indipendentemente dalla titolarità formale dello stesso. Pertanto, l'obbligo di non eludere il provvedimento giudiziario incombe sul custode a prescindere dall'accertamento della proprietà, essendo sufficiente l'assunzione consapevole della qualità di custode. Ne consegue che l'eventuale ignoranza della disposizione del bene da parte del legittimo proprietario non può rilevare ai fini dell'esclusione del dolo del reato di cui all'art. 388 c.p., in quanto grava sul custode l'onere di vigilare sulla conservazione del bene pignorato, a tutela dell'effettività della procedura esecutiva. Inoltre, l'incertezza sulla precisa collocazione temporale del fatto non determina nullità della contestazione, essendo sufficiente che la data di riferimento sia quella dell'accettazione dell'incarico di custodia, sulla quale non risultano riserve da parte dell'imputato, il quale pertanto non può invocare l'applicabilità di provvedimenti di clemenza connessi a tale elemento.