Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10724 del 10 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:10724PEN

Massima

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Il diritto di critica giornalistica, pur dovendo rispettare i limiti della continenza e della verità oggettiva, prevale sulla tutela della reputazione individuale, purché l'articolo rispecchi il metodo pungente e mordace dell'informazione giornalistica finalizzato a colpire l'attenzione dei lettori, senza necessariamente adoperare un linguaggio incolore. La valutazione dell'offensività del contenuto di un articolo di stampa rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, incensurabile in Cassazione se congruamente motivata, in quanto la reputazione non si identifica con la mera considerazione soggettiva che ciascuno ha di sé, ma con il senso di dignità personale in conformità all'opinione del gruppo sociale, secondo il particolare contesto storico. Il diritto all'identità personale non implica la pretesa di una costante corrispondenza tra la narrazione di fatti riferiti ad una persona e l'idea che la stessa ha del proprio io, altrimenti verrebbe preclusa la possibilità di esercizio del legittimo diritto di critica. Pertanto, il delitto di diffamazione è ravvisabile solo quando viene lesa la reputazione, mentre l'illecito civile per lesione del diritto all'identità personale sussiste in caso di alterazione, travisamento, offuscamento o contestazione del patrimonio intellettuale, politico, sociale, religioso o professionale della persona.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) AN. SE. , N. IL (OMESSO);

contro

2) MO. DA. N. IL (OMESSO);

3) DE. BO. FE. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 11/05/2006 CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. AMATO ALFONSO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MURA Antonio, che ha concluso per il rigetto.

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