Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La rinuncia al ricorso amministrativo, per essere validamente espressa, deve essere sottoscritta personalmente dalla parte interessata o da un suo procuratore speciale e deve essere notificata alle controparti. In mancanza di tali requisiti, la rinuncia deve essere valutata come dichiarazione di sopravvenuta carenza di interesse alla decisione, con conseguente declaratoria di improcedibilità del ricorso, senza statuizione sulle spese processuali. Il giudice amministrativo, infatti, è tenuto a dichiarare improcedibile il ricorso quando la parte ricorrente manifesta la volontà di rinunciarvi, ma tale rinuncia non risulta ritualmente effettuata secondo le forme prescritte dall'art. 84 del Codice del processo amministrativo. In tal caso, la mancata notifica della rinuncia alle controparti impedisce al giudice di rilevare la sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente, imponendogli di dichiarare l'improcedibilità del ricorso. Questa soluzione, fondata sull'interpretazione dell'art. 84 c.p.a., mira a garantire il rispetto del principio del contraddittorio e della parità delle parti nel processo amministrativo, evitando che la parte ricorrente possa unilateralmente sottrarsi alla decisione del giudice senza il consenso delle controparti.