Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19569 del 23 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:19569PEN

Massima

Il possesso e l'utilizzo di un documento di identità falso, ancorché non ictu oculi riconoscibile come tale da una persona di comune discernimento ed avvedutezza, integra il reato di falso, non essendo necessario che il falso sia "grossolano" ai fini della configurabilità del reato. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del falso grossolano, deve verificare se il documento sia immediatamente riconoscibile come falso da chiunque, senza necessità di particolari cognizioni o competenze specifiche, non essendo sufficiente che il falso sia rilevabile solo da soggetti particolarmente esperti o diligenti. La mancata valutazione di elementi di prova da parte del giudice non integra di per sé travisamento del fatto, se gli elementi non risultano rilevanti ai fini della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SCALERA Vito - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Graz - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 533/2009 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 18/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/01/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

udito il P.G. in persona del Dott. Izzo G. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza del 18-…

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