Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21748 del 17 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21748PEN

Massima

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Il dolo del delitto di falso materiale in atto pubblico non può essere considerato in re ipsa, ma deve essere rigorosamente provato, essendo necessario escludere la sussistenza del reato quando risulti che il falso derivi da semplice leggerezza o negligenza dell'agente, non essendo il sistema vigente incline ad incriminare il falso documentale colposo. Pertanto, la valutazione del coefficiente soggettivo deve tenere conto delle finalità correttive che hanno animato la condotta dell'imputato, nonché delle modalità evidentemente maldestre con cui è stata posta in essere l'alterazione, elementi che possono incidere sulla volontarietà dell'esito finale dell'azione e, dunque, sulla sussistenza del dolo. La motivazione della sentenza di merito deve pertanto approfondire l'analisi della condotta complessiva dell'imputato, senza limitarsi a richiamare astrattamente la natura generica del dolo della fattispecie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/10/2017 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere PAOLA BORRELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. SECCIA Domenico, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito l'Avv. (OMISSIS) per la parte civile, che si associa alla richiest…

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