Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1614 del 22 febbraio 1983

ECLI:IT:CASS:1983:1614PEN

Massima

Massima ufficiale
Secondo un fondamentale principio ermeneutico, la norma giuridica al momento stesso della sua entrata in vigore si oggettivizza estraniandosi dai fatti contingenti e dalle vicende che hanno preceduto la sua emanazione; cosicché essa va interpretata facendo riferimento alla situazione esistente al momento della sua applicazione. In tale operazione non opera l'analogia, né la (pur legittima) interpretazione estensiva perché la nuova fattispecie rientra direttamente nella previsione della norma, considerata nel suo significato letterale e logico. In applicazione di tale principio, l'art. 7 della legge n. 103/75 - pur riferendosi originariamente ai soli telegiornali di stato della concessionaria rai-tv, gli unici ammessi alle trasmissioni via etere al momento della emanazione della norma e quindi gli unici destinatari di essa per quanto attiene all'obbligo di previa registrazione - deve, a seguito della sentenza n. 202/76 con la quale la corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità delle emissioni televisive via etere di ambito locale, ritenersi comprensivo, nella sua previsione, dei telegiornali privati. Pertanto, l'obbligo penalmente sanzionato, di registrazione e d'indicazione del direttore responsabile, previsto dall'art. 5 legge sulla stampa per i giornali e periodici ed esteso dall'art. 7, legge n. 103, cit. "ai telegiornali ed ai giornali radio", riguarda non solo i telegiornali della rai-tv ma anche quelli dei privati, ancorché questi ultimi siano stati legittimati alla diffusione locale, via etere, di notiziari televisivi solo successivamente alla entrata in vigore della legge n. 103/75, cit., a seguito della sentenza n. 202/76 della corte costituzionale.

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