Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42258 del 29 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:42258PEN

Massima

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Ai fini dell'applicazione della retrodatazione dei termini di custodia cautelare prevista dall'art. 297 comma 3 c.p.p., quando nei confronti di un imputato siano emesse più ordinanze cautelari per fatti diversi ma connessi, è necessario che i fatti oggetto della seconda ordinanza fossero già desumibili dagli atti prima del rinvio a giudizio per il fatto o i fatti oggetto della prima ordinanza. La valutazione di tale requisito costituisce una questione di fatto, non riesaminabile in sede di legittimità, ove il sindacato è limitato alla logicità e coerenza descrittiva degli eventi processuali e delle emergenze probatorie enunciate nel provvedimento impugnato, nonché alla congruenza e non contraddittorietà delle relative valutazioni giuridiche. Pertanto, il meccanismo della retrodatazione non opera quando le fattispecie di reato oggetto delle successive ordinanze cautelari, pur essendo connesse a quelle della prima, non erano desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima ordinanza, essendo emerse solo successivamente a seguito di autonome attività investigative e di riscontro.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. ARMANO Uliana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LO. NI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 749/2010 TRIBUNALE LIBERTA' PALERMO del 08/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 5/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PALLA Stefano;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MONETTI Vito che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Lo. Ni. ricorre avverso l'ordinan…

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