Il dolo del reato di violazione di domicilio non è escluso dall'errore scusabile sull'apparente natura pubblica o aperta al pubblico del luogo, quando l'agente, nonostante l'iniziale equivoco, abbia avuto contezza della natura privata dell'abitazione e della volontà del proprietario di escluderlo, permanendovi comunque contro tale esplicita volontà. L'errore di fatto che esclude il dolo deve riguardare gli elementi costitutivi della fattispecie criminosa e non può fondarsi su una mera ignoranza o erronea interpretazione di norme extrapenali, come quelle civilistiche sulla proprietà privata, che integrano il contenuto della norma penale. Inoltre, l'errore scusabile sulla legittimità dell'azione non può essere invocato per giustificare condotte lesive o di resistenza a pubblico ufficiale, in assenza di elementi concreti che possano aver determinato nell'agente la giustificata persuasione di trovarsi esposto a un'offesa ingiusta, tale da configurare una legittima difesa putativa. Infine, la reazione ad atti ritenuti arbitrari del pubblico ufficiale non costituisce una causa di esclusione della pena, se non quando gli atti siano obiettivamente arbitrari e non solo nell'opinione dell'agente.