Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24449 del 28 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24449PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali non può essere giustificato dalla mera "resistenza passiva" dell'imputato, essendo necessario che la condotta del pubblico ufficiale sia arbitraria e illegittima al fine di integrare la scriminante della reazione all'atto arbitrario. La valutazione della sussistenza di tale scriminante deve essere effettuata sulla base di un'attenta disamina delle circostanze fattuali, non potendo essere desunta in via automatica dalla mera opposizione dell'imputato all'intervento del pubblico ufficiale. Inoltre, il decorso del termine di prescrizione, pur determinando l'estinzione del reato, non incide sulle statuizioni civili contenute nella sentenza, le quali rimangono ferme. Il giudice è pertanto tenuto a verificare attentamente la legittimità e proporzionalità dell'intervento del pubblico ufficiale, senza presumere automaticamente la sussistenza della scriminante della reazione all'atto arbitrario sulla base della sola opposizione dell'imputato, dovendo invece valutare nel merito le specifiche circostanze del caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FR. Ma. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Salerno, emessa il 12,10.2009;

- letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

- udita in pubblica udienza la relazione del cons. Dr. F. Ippolito;

- udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale, GALATI Giovanni che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per inter…

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