Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11441 del 14 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:11441PEN

Massima

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Il giudicato penale, quale espressione del principio di certezza del diritto e di stabilità delle decisioni giurisdizionali, può essere rimosso in via eccezionale attraverso il rimedio straordinario della revisione, il cui accesso è tuttavia subordinato alla rigorosa dimostrazione della sussistenza di specifiche condizioni tassativamente previste dalla legge, tra le quali la sopravvenienza o la scoperta di nuove prove idonee, da sole o unitamente a quelle già valutate, a dimostrare l'innocenza del condannato. L'onere di allegare e provare la sussistenza di tali presupposti processuali grava integralmente sulla parte istante, la cui richiesta di revisione deve essere dichiarata inammissibile ove le prove offerte non presentino i caratteri della novità e della potenziale decisività ai fini del superamento del giudicato, non essendo consentito al giudice della revisione una rivalutazione nel merito degli elementi già esaminati nel precedente processo. La valutazione preliminare di ammissibilità della richiesta di revisione, pertanto, deve limitarsi a riscontrare la mera astratta idoneità delle prove addotte a travolgere il giudicato, senza spingersi a una compiuta disamina della loro effettiva capacità probatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. DE SANTIS Anna Maria - Consigliere

Dott. PERROTTI Massi - rel. Consigliere

Dott. MONACO Marco Mari - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 02/11/2018 della CORTE APPELLO di MESSINA;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. MASSIMO PERROTTI;
lette le conclusioni del PG.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 20.9.2016, irrevocabile il 28.6.2017, la Corte di appello di Catania condannava (OMISSIS) alla pena di dieci anni e sei mesi di reclusione, per i reati di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo e d…

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