Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29074 del 18 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:29074PEN

Massima

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Il reato di falso in scrittura privata, di cui all'art. 485 c.p., essendo più grave rispetto al reato di appropriazione indebita, di cui all'art. 646 c.p., comporta una pena minima edittale di sei mesi di reclusione, che il giudice di merito è tenuto ad applicare, senza possibilità di discrezionalità, in osservanza del principio di legalità di cui all'art. 1 c.p. Pertanto, la Corte di Cassazione, in forza del proprio compito istituzionale di correggere le deviazioni dalla previsione legale, ha il potere di rettificare la pena illegalmente inflitta, adeguandola alla sanzione minima prevista per il reato più grave, senza necessità di effettuare ulteriori valutazioni sul fatto o sulla persona dell'autore. Il principio di diritto enunciato mira a garantire il rispetto della legalità e della certezza del diritto, imponendo al giudice di merito l'obbligo di comminare la pena minima edittale per il reato più grave, senza possibilità di discrezionalità, al fine di assicurare l'uniforme applicazione della legge penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI ANCONA;

nei confronti di:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 114/2009 TRIB.SEZ.DIST. di ((omissis)) DEL TRONTO, del 08/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/05/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Ca…

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