La realizzazione di un ampliamento di un immobile esistente, consistente in un vano d'ingresso, un locale wc, una cucina, una gradinata esterna e una scala di accesso, non può essere qualificata come mera pertinenza dell'edificio principale, ai sensi dell'art. 3, comma 1, sub e.1) ed e 6), del d.P.R. n. 380/01, in quanto tali opere, per la loro autonomia funzionale, dimensionale e di valore di mercato rispetto all'immobile preesistente, integrano una nuova costruzione, soggetta alle relative prescrizioni urbanistiche. Affinché un'opera possa essere considerata pertinenziale, è necessario che risulti, da inequivoci dati obiettivi, che essa sia preordinata ad un'oggettiva esigenza dell'edificio principale, funzionalmente inserita al servizio dello stesso, priva di una destinazione autonoma e diversa da quella a servizio dell'immobile a cui accede, sfornita di un autonomo valore di mercato e non valutabile in termini di cubatura. Pertanto, il diniego dell'istanza di sanatoria per tali opere, in quanto qualificate come nuova costruzione in violazione della normativa urbanistica, è legittimo e adeguatamente motivato.