Il provvedimento del giudice dell'esecuzione in materia di confisca e restituzione delle cose sequestrate, anche se adottato all'esito di un'udienza camerale con il contraddittorio delle parti, deve essere impugnato con l'opposizione e non con il ricorso per cassazione. Ciò in quanto il legislatore ha previsto la fase dell'opposizione proprio per la peculiarità di tale materia, che richiede un giudice di merito con cognizione piena delle doglianze, a differenza del giudice di legittimità. Pertanto, il ricorso per cassazione, ancorché erroneamente proposto, può essere convertito in opposizione ai sensi dell'art. 568, comma 5, c.p.p., in applicazione del principio generale di conservazione degli atti giuridici e del favor impugnationis, essendo preferibile tale soluzione rispetto alla declaratoria di inammissibilità, soprattutto quando le censure attengono prevalentemente al merito. In tali casi, il giudice di legittimità dispone la trasmissione degli atti al giudice di merito competente per il giudizio di opposizione, ai sensi degli artt. 667, comma 4, e 666 c.p.p.