Consiglio di Stato sentenza n. 3128 del 2021

ECLI:IT:CDS:2021:3128SENT

Massima

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L'illegittimità della revoca di un'assegnazione provvisoria di un diritto di superficie su un'area pubblica, per difetto di istruttoria e di motivazione, comporta il risarcimento del danno per responsabilità precontrattuale, limitato alle spese sostenute per la partecipazione alla gara e non all'assegnazione definitiva del bene, quando il giudicato non prevede l'obbligo di rinnovare il procedimento e attribuire il bene, ma solo stigmatizza il comportamento scorretto dell'amministrazione che ha impedito la presentazione di un progetto definitivo. In tal caso, l'ottemperanza per equivalente non è dovuta, essendo stato il giudicato eseguito mediante il risarcimento del danno nei limiti della condanna. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'illegittimità della revoca di un'assegnazione provvisoria di un diritto di superficie su un'area pubblica, per difetto di istruttoria e di motivazione, comporta il risarcimento del danno per responsabilità precontrattuale, ma limitato alle sole spese sostenute per la partecipazione alla gara e non all'assegnazione definitiva del bene, quando il giudicato non prevede l'obbligo di rinnovare il procedimento e attribuire il bene, ma solo stigmatizza il comportamento scorretto dell'amministrazione che ha impedito la presentazione di un progetto definitivo. In tal caso, l'ottemperanza per equivalente non è dovuta, essendo stato il giudicato eseguito mediante il risarcimento del danno nei limiti della condanna. La massima si fonda sui seguenti principi e argomentazioni: 1. L'ottemperanza per equivalente presuppone l'impossibilità (sopravvenuta) di esecuzione in forma specifica dell'obbligazione nascente dal giudicato, condizione che, ai sensi dell'art. 112, comma 3, Cod. proc. amm., non estingue l'obbligazione, ma la converte ex lege in una diversa obbligazione, di natura risarcitoria, avente ad oggetto l'equivalente monetario del bene della vita riconosciuto dal giudicato. 2. Nella fattispecie in esame non esiste alcuna impossibilità o mancata esecuzione o violazione del giudicato, avendolo il Comune eseguito in forma specifica, mediante il risarcimento del danno, nei termini di cui alla condanna (a titolo di responsabilità precontrattuale) contenuta nella sentenza, e cioè nella misura di euro 8.000,00. 3. Il giudicato ha accertato l'illegittimità della revoca dell'assegnazione provvisoria del diritto di superficie dell'area, ma non ha previsto la rinnovazione del procedimento, e dunque l'obbligo di provvedere all'attribuzione del bene della vita, mediante l'assegnazione definitiva di quella o di un'altra area, come risulta dai limiti oggettivi dell'accertamento. 4. La pretesa risarcitoria svolta in sede di ottemperanza è pressochè analoga, anche nel quantum, alla domanda svolta in sede di cognizione, e solo in parte accolta dalla sentenza, con esclusione, in particolare, del risarcimento per la mancata assegnazione definitiva (e quindi in termini di spettanza del bene della vita) e con una forte decurtazione degli importi richiesti a titolo di spese sostenute per la partecipazione alla gara.

Sentenza completa

Pubblicato il 16/04/2021

N. 03128/2021REG.PROV.COLL.

N. 04959/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4959 del 2020, proposto da
Consorzio Stabile CO.GE.PRE. Costruzioni, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC Registri di Giustizia;

contro

Comune di Milano, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC Registri di Giustizia e domicilio fisico eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, via Polibio, 15;
Sindaco di Milano in qualità di Commissari…

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