Il divieto di partecipazione alle gare pubbliche per l'affidamento di servizi pubblici locali di rilevanza economica sancito dall'art. 23-bis, comma 9, del d.l. n. 112/2008 si applica non solo alle società affidatarie dirette di tali servizi, ma anche alle loro controllate, controllanti e società controllate dalla medesima controllante, a prescindere dal grado di partecipazione, al fine di impedire l'elusione della norma attraverso l'utilizzo di società partecipate. Pertanto, la società partecipata al 40% da una società a sua volta controllata al 100% dalla società affidataria diretta di servizi pubblici locali deve essere esclusa dalla partecipazione alle gare per l'affidamento di tali servizi, in applicazione del divieto previsto dalla citata disposizione normativa, che mira a impedire l'affidamento di ulteriori servizi pubblici alle società già titolari di affidamenti diretti, anche attraverso società partecipate. Tale interpretazione, fondata sul chiaro tenore letterale della norma e sulla sua ratio di impedire l'elusione del divieto, è coerente con il principio di concorrenza e non discriminazione sancito dal diritto comunitario, il quale non consente l'esclusione automatica dalla gara di operatori economici in ragione della mera titolarità di affidamenti diretti, richiedendo invece un'analisi specifica delle situazioni concrete.