Il giudice di rinvio, nel procedimento penale a seguito di annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione, è tenuto a rinnovare l'istruttoria dibattimentale e a valutare tutte le prove rilevanti richieste dalla difesa, anche ai sensi dell'art. 507 c.p.p., al fine di accertare l'esistenza di giustificati motivi che abbiano impedito all'imputato, condannato per il reato di cui all'art. 14, commi 5-bis e ter, del D.Lgs. n. 286/1998, di allontanarsi dal territorio nazionale nonostante l'ordine di espulsione. Ciò in ossequio ai principi di oralità, immediatezza e parità delle armi che informano il giusto processo, senza poter ritenere irrilevanti prove volte a dimostrare circostanze oggettive che possano escludere la responsabilità penale dell'imputato. Inoltre, il giudice di rinvio è tenuto a pronunciarsi su tutte le questioni assorbite nella precedente pronuncia di annullamento, senza alcun vincolo, in applicazione del principio della cognizione piena e della interferenza progressiva.