Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31678 del 2 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:31678PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto anche dalle modalità e dalle circostanze del fatto commesso, nonché dalla personalità dell'imputato, come emergente dai suoi precedenti penali e dalla gravità dei reati contestati. Il giudice, nel valutare l'adeguatezza e la proporzionalità della misura cautelare, deve effettuare una prognosi sulla pericolosità sociale dell'imputato, tenendo conto di tutti gli elementi concreti a sua disposizione, e fornire un'adeguata e logica motivazione in ordine ai parametri normativi previsti. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato a verificare se il giudice di merito abbia dato conto delle ragioni che lo hanno indotto alle scelte effettuate, senza poter riesaminare nel merito la valutazione delle esigenze cautelari, compito primario ed esclusivo del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANSONE Luigi - Presidente

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROSSI Agnello - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. MO. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 30/12/2006 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARCANO DOMENICO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. FRATICELLI Mario, per l'annullamento dell'ordinanza limitatamente agli arresti domiciliari.

OSSERVA

Ritenuto che la difesa di Bo. Mo. ricorre contro l'ordinanza in epigrafe indicata la quale ha …

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