Cassazione penale Sez. III sentenza n. 14364 del 28 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:14364PEN

Massima

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La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche se finalizzata all'uso personale, integra il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, in quanto qualsiasi attività di coltivazione contribuisce ad accrescere la quantità di sostanza stupefacente esistente. Tuttavia, ai fini della punibilità, il giudice deve verificare in concreto l'offensività della condotta, valutando l'idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile. Pur trattandosi di reato di pericolo presunto, l'accertamento della concreta offensività della singola condotta è imposto dai principi costituzionali. Pertanto, la condanna per il reato di coltivazione non autorizzata di sostanze stupefacenti è legittima qualora il giudice abbia adeguatamente motivato in ordine alla potenziale idoneità della pianta coltivata a produrre sostanze stupefacenti, in relazione alla sua conformità al tipo botanico previsto e alla sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e produrre la sostanza. Tuttavia, la sentenza di appello che confermi la decisione di primo grado è viziata per carenza di motivazione qualora non esamini specificamente i motivi di impugnazione relativi alla concessione delle circostanze attenuanti generiche e alla determinazione della pena, essendo necessario un adeguato esame di tali profili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. DI STASI Antonel - Rel. Consigliere

Dott. REYNAUD Gianni F. - Consigliere

Dott. CIRIELLO Antonella - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/02/2015 della Corte di appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa Di Stasi Antonella;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Baldi Fulvio, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 27/02/2015, la Corte di appello di Ancona confermava…

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