Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16319 del 12 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:16319PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando la condotta dell'agente, pur non avendo cagionato l'evento morte, sia univocamente diretta, con mezzi idonei, a realizzare l'uccisione della vittima. L'intenzione omicida, elemento soggettivo del reato, deve essere valutata in base alle concrete modalità della condotta, come l'apprezzamento del mezzo utilizzato, delle zone corporee colpite e del complessivo contegno tenuto dall'aggressore, senza che assumano rilievo determinante la scarsa entità o l'inesistenza delle lesioni provocate, in quanto tali circostanze possono dipendere da fattori indipendenti dalla volontà dell'agente. Pertanto, la mancata verificazione del concreto pericolo di vita per la vittima non esclude di per sé l'intenzione omicida, essendo sufficiente che l'azione sia stata univocamente diretta, con mezzi idonei, a cagionare l'evento morte, il quale per definizione non si è realizzato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NOVIK ((omissis)) - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/07/2016 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MAGI RAFFAELLO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa ZACCO FRANCA;
Il Procuratore Generale conclude per l'inammissibilita' del ricorso;
Udito il difensore Avv.to (OMISSIS);
Il difensore presente si riporta ai motivi e ne chiede l'accoglim…

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