Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9966 del 28 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9966PEN

Massima

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Il comportamento abituale e sistematico di violenza fisica e verbale del coniuge nei confronti della moglie, anche con conseguenze lesive, integra il reato di maltrattamenti in famiglia, a prescindere dalla reciproca litigiosità coniugale, ove risulti provato sulla base di plurimi elementi di riscontro, quali le dichiarazioni della persona offesa, i referti medici e le testimonianze di altri familiari. L'onere di allegare e provare l'impossibilità di adempiere agli obblighi di assistenza familiare incombe sull'imputato, il quale non può limitarsi a invocare il mero stato di disoccupazione, ma deve fornire elementi idonei a giustificare l'inadempimento, come l'impossibilità di procurarsi un guadagno o l'assenza di altre fonti di sostentamento. La mancata concessione della sospensione condizionale della pena, ove richiesta, deve essere adeguatamente motivata dal giudice, ma tale motivazione può ritenersi implicita ove l'imputato risulti gravato da precedenti penali, come già evidenziato in precedenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. CORBO Antoni - rel. Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 17/12/2015 della Corte d'appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udita il Pubblico Ministero, in persona dell'Avvocato generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito, per l'imputato, l'avvocato (…

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