Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30000 del 17 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30000PEN

Massima

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Il reato di circonvenzione di incapaci di cui all'art. 643 c.p. si configura quando l'agente approfitta dello stato di infermità o di deficienza psichica della persona offesa, riconoscibile ai terzi, per indurla a compiere atti che la danneggiano patrimonialmente. La condizione di minorata capacità mentale della vittima, anche se non totale, deve essere accertata sulla base di elementi probatori specifici, come perizie e testimonianze, senza che rilevi la capacità di gestire attività economiche, in quanto la legge tutela anche chi, pur non essendo totalmente incapace, versi in uno stato di minorata capacità psichica riconoscibile ai terzi. L'accertamento di tale stato, logicamente e coerentemente motivato dal giudice di merito, è insindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o carenze motivazionali. Inoltre, il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione discrezionale del giudice di merito circa l'irrilevanza di prove a discarico, ove tale valutazione risulti adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

TE. SA. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 04/07/2006 della Corte di Appello di Trieste; Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Geppino Rago;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' o rigetto.

FATTO

Con sentenza del 04/07/2006, la Corte di Appello di Trieste conf…

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