Il possesso di documenti validi per l'espatrio, ai fini della configurazione del reato di cui all'art. 497-bis c.p., è integrato dalla mera idoneità del documento a consentire l'uscita dal territorio nazionale, a prescindere dalla sua validità per la circolazione in altri Paesi. Pertanto, anche il possesso di un "Laissez-Passer", inteso come documento provvisorio equipollente al passaporto, è sufficiente a integrare l'elemento oggettivo del reato, in quanto tale documento consente comunque l'espatrio dal territorio italiano. La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che la nozione di "documento falso valido per l'espatrio" di cui all'art. 497-bis c.p. non richiede ulteriori valutazioni sulla validità del documento per la circolazione in altri Paesi, essendo sufficiente che esso sia idoneo a consentire l'uscita dal territorio nazionale. Inoltre, i "Laissez-Passer" sono considerati dalla giurisprudenza documenti equipollenti al passaporto ai fini dell'espulsione dello straniero su sua richiesta, in quanto costituiscono un lasciapassare provvisorio succedaneo del passaporto.