Il provvedimento applicativo di una misura di prevenzione, quale la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, è impugnabile con ricorso alla Corte d'Appello, in conformità alla previsione legislativa di cui all'art. 4, comma 9, della Legge n. 1423 del 1956. Il giudice adito, in caso di erronea proposizione del gravame dinanzi alla Corte di Cassazione, deve disporre la trasmissione degli atti alla competente Corte d'Appello affinché questa proceda alla decisione sul ricorso in appello, in ossequio al principio di tassatività dei mezzi di impugnazione previsti dalla legge. Tale principio, di carattere generale, mira a garantire il rispetto delle norme processuali che disciplinano le modalità di impugnazione dei provvedimenti giurisdizionali, assicurando l'osservanza del diritto di difesa e del contraddittorio delle parti. La corretta individuazione del giudice competente a decidere sull'impugnazione rappresenta, pertanto, un presupposto essenziale per l'esercizio del diritto di azione e di tutela giurisdizionale, in conformità ai principi di legalità e di buon andamento dell'amministrazione della giustizia.