Il vincolo provvisorio di destinazione alberghiera imposto dalla legge regionale n. 28 del 1990 ha una durata massima di sette anni e decade automaticamente allo scadere di tale termine, senza che la mera adozione di un nuovo strumento urbanistico comunale possa prorogarne l'efficacia. Pertanto, una volta decorso il periodo settennale, il vincolo non può più essere opposto ai proprietari degli immobili interessati per impedire interventi edilizi difformi dalla destinazione alberghiera, essendo necessaria l'approvazione della variante urbanistica o del nuovo piano regolatore generale per consolidare definitivamente tale vincolo. Il mancato rispetto di tale limite temporale comporta l'illegittimità del diniego di concessione edilizia opposto al proprietario sulla base del perduto vincolo provvisorio, senza che ciò implichi l'illegittimità dell'atto di adozione del nuovo strumento urbanistico, il quale non è stato autonomamente impugnato. Inoltre, il danno patrimoniale derivante dalla necessità di vendere l'immobile a un prezzo inferiore in ragione della nuova destinazione urbanistica non è risarcibile, in quanto non consegue in via immediata e diretta dall'atto illegittimo di diniego, ma da una successiva e autonoma vicenda negoziale.