Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1682 del 14 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:1682PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius impone al giudice di appello di non aggravare la posizione dell'imputato rispetto alla sentenza di primo grado, salvo i casi espressamente previsti dalla legge. Pertanto, il giudice di appello non può aumentare la pena inflitta in primo grado, né escludere le attenuanti generiche precedentemente riconosciute, senza adeguata motivazione che giustifichi il mutamento di valutazione. Inoltre, la determinazione della pena base deve rispettare i limiti edittali e non può essere ingiustificatamente superiore a quella fissata in primo grado. Il riconoscimento o meno delle attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice, che deve tuttavia motivare adeguatamente la propria decisione, valorizzando tutti gli elementi rilevanti della personalità dell'imputato, come la tenuità dei precedenti penali, l'incensuratezza, l'ammissione degli addebiti e la condotta successiva al reato. Il giudice di appello, nel riformare la sentenza di primo grado, è tenuto a rispettare il principio del divieto di reformatio in peius, motivando in modo congruo e logico ogni modifica peggiorativa del trattamento sanzionatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3493/2012 CORTE APPELLO di GENOVA, del 18/02/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/07/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALASSO Aurelio che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 18.2.2013, la corte…

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