Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15629 del 16 aprile 2024

ECLI:IT:CASS:2024:15629PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) può concorrere con il reato di diffamazione (art. 595 c.p.), anche quando la condotta diffamatoria costituisce una delle molestie che integrano il delitto di stalking, in quanto i due reati tutelano beni giuridici diversi. Ai fini della configurazione del delitto di atti persecutori, è sufficiente l'accertamento di plurime condotte intimidatorie e minatorie, perpetrate attraverso mezzi di comunicazione telematici, anche se non direttamente rivolte alla persona offesa, purché idonee a cagionare in quest'ultima uno stato di ansia e di paura per la propria incolumità, tale da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita. La valutazione dello stato d'animo della vittima può fondarsi anche sulla coerente e lineare dichiarazione della stessa, senza che sia necessaria l'integrazione di ulteriori elementi di prova.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta da:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Relatore

Dott. ANDRONIO Alessandro Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Bu.An. nato a R il (Omissis);
avverso la sentenza del 06/02/2023 della Corte di appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Giuseppe Noviello;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dr. Giuseppe Riccardi che ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso;
lette le conclusioni del difensore dell'imputato avv.to Au.Lu. che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di …

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