Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43532 del 24 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43532PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: In tema di reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p., ai fini dell'applicazione del divieto di bis in idem di cui all'art. 649 c.p.p., occorre verificare se le diverse associazioni cui l'imputato ha aderito nel tempo siano da considerarsi come un unico sodalizio criminoso, ovvero come organizzazioni distinte e autonome. A tal fine, rilevano elementi quali la distribuzione gerarchica dei ruoli, le strutture organizzative e logistiche, l'ambito territoriale di operatività e la tipologia dei reati-fine perseguiti, purché ciascuna associazione sia dotata di autonomia decisionale ed operativa rispetto all'altra. Anche in presenza di mutamenti nelle modalità di partecipazione dell'imputato o nell'oggetto del programma criminoso, ovvero di variazioni nel numero dei componenti, il fatto può ritenersi identico ai fini del divieto di bis in idem, a condizione che l'imputato non sia passato ad una diversa organizzazione criminale, ma vi sia stata una mera successione nelle attività illecite tra organismi diversi, pur sempre riconducibili al medesimo contesto associativo. Tuttavia, il vincolo della continuazione ex art. 81 c.p., comma 2, può essere escluso qualora le successive adesioni dell'imputato a diversi sodalizi mafiosi non siano riconducibili ad un unitario disegno criminoso, preventivamente ideato e voluto dal reo, ma siano piuttosto determinate da esigenze contingenti e imprevedibili, tali da interrompere la continuità soggettiva ed oggettiva delle condotte. Spetta pertanto al giudice di merito, sulla base di una valutazione complessiva della vicenda, accertare se l'imputato abbia mantenuto nel tempo una ferma e coerente volontà di aderire ad un medesimo contesto associativo, pur nelle sue eventuali trasformazioni, ovvero se le successive partecipazioni siano state dettate da circostanze estemporanee e non riconducibili ad un unitario programma criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 76/2012 CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI, del 08/02/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'assise di appello di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, con ordinanza dell'8/2/2013 rigettava le istanze proposte da (OMISSIS) con cui,…

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