Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'istanza di restituzione in termini proposta dall'imputato contumace, è tenuto a verificare puntualmente la regolarità della notifica dell'estratto contumaciale della sentenza, accertando in particolare se l'imputato si trovasse effettivamente in stato di detenzione al momento della pronuncia della sentenza, circostanza che, ove accertata, comporta la declaratoria di non esecutività della sentenza stessa e la restituzione nel termine per proporre impugnazione. Tuttavia, qualora l'imputato abbia eletto domicilio presso il proprio difensore e la notifica dell'estratto contumaciale sia stata effettuata correttamente presso tale domicilio, il giudice può legittimamente rigettare l'istanza di restituzione in termini, atteso che in tal caso la contumacia dell'imputato è stata ritualmente dichiarata e il procedimento risulta del tutto regolare. Inoltre, il giudice deve valutare se la richiesta di restituzione in termini sia stata già precedentemente rigettata, in quanto ciò comporta l'esaurimento della situazione processuale in epoca antecedente all'entrata in vigore della nuova disciplina di cui all'art. 175 c.p.p., con conseguente inapplicabilità della stessa.