Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21365 del 27 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:21365PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di calunnia, afferma che l'elemento soggettivo del reato di calunnia, consistente nella volontà specifica di incolpare falsamente taluno, deve essere valutato in concreto sulla base della motivazione della sentenza impugnata, senza che sia consentita una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio. Inoltre, la determinazione della pena, nel rispetto dei limiti edittali e con il riconoscimento delle attenuanti generiche, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non può essere sindacata in sede di legittimità, se adeguatamente motivata. Il giudice di legittimità, pertanto, dichiara inammissibile il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di equa riparazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) IM. FR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 649/2004 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 24/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

udito il P.G. in persona del Dott. SELVAGGI Eugenio che ha concluso per l'inammissibilita'.

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. Con ricorso personale, proposto…

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