Il procedimento di autorizzazione all'apertura o all'ampliamento di una struttura sanitaria privata è disciplinato dall'art. 8-ter del d.lgs. n. 502/1992 e dalle delibere della Regione Campania n. 3958/2001 e n. 7301/2001, che prevedono una sequenza procedimentale articolata in più fasi. In particolare, il Comune, ricevuta l'istanza, trasmette la documentazione all'ASL competente per territorio, la quale verifica la compatibilità del progetto rispetto al fabbisogno complessivo e alla localizzazione territoriale delle strutture sanitarie presenti in ambito regionale e trasmette il relativo parere alla Regione. Quest'ultima, valutato il parere dell'ASL, comunica al Comune le proprie definitive determinazioni, in base alle quali il Comune rilascia l'autorizzazione. Il mancato rispetto dei termini previsti per l'espressione dei pareri da parte dell'ASL e della Regione determina l'illegittimità del silenzio-inadempimento del Comune sull'istanza di autorizzazione, con conseguente obbligo per le amministrazioni inadempienti di concludere il procedimento nel termine assegnato dal giudice. L'inerzia dell'ASL, cui è imputabile il ritardo nella definizione del procedimento, comporta la condanna di tale ente al risarcimento delle spese legali in favore del ricorrente, mentre la compensazione delle spese è disposta nei confronti delle altre amministrazioni resistenti, in assenza di specifiche responsabilità.