Il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, adottato dal Consiglio regionale in regime di prorogatio, costituisce un atto dovuto e necessario, in attuazione degli obblighi imposti dalla normativa europea e nazionale in materia di rifiuti, anche in assenza di una situazione di urgenza e indifferibilità. Il Consiglio regionale, pur in regime di prorogatio, può pertanto approvare tale Piano, in quanto atto vincolato e non discrezionale, finalizzato a garantire la tutela dell'ambiente e della salute pubblica attraverso la disciplina della localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, anche mediante l'imposizione di specifici vincoli inibitori, come la previsione di distanze minime dagli edifici pubblici e dalle abitazioni. Tali scelte di pianificazione, rientranti nella discrezionalità tecnica dell'Amministrazione, non possono essere sindacate in sede giurisdizionale se non in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza, non ravvisabili nella fattispecie in esame, ove l'incremento della distanza minima rispetto a quanto inizialmente previsto risulta giustificato dall'esigenza di assicurare un maggior grado di tutela ambientale e sanitaria, in linea con il principio di precauzione.