Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45309 del 9 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:45309PEN

Massima

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Il dolo generico, consistente nella consapevolezza che la propria azione provochi o possa provocare danni fisici alla vittima, è sufficiente ai fini della configurabilità del delitto di lesioni personali volontarie, senza che sia necessario che la volontà dell'agente sia diretta alla produzione di determinate conseguenze lesive. Ai fini della sussistenza dell'elemento oggettivo del reato, la nozione di "malattia" non comprende tutte le alterazioni di natura anatomica, ma solo quelle da cui deriva una limitazione funzionale o un significativo processo patologico o l'aggravamento di esso, ovvero una compromissione delle funzioni dell'organismo, anche non definitiva, ma comunque significativa. Perché possa riconoscersi l'attenuante della provocazione, è necessario che la reazione dell'agente sia adeguata alla gravità del fatto ingiusto, in quanto ad esso avvinta da un nesso causale, il quale deve escludersi in presenza di un'evidente sproporzione tra l'offesa e la reazione, anche qualora il fatto ingiusto sia avvenuto in un lasso di tempo precedente, purché non eccessivamente lungo, tale da far ritenere che la reazione sia dovuta a sentimenti diversi, come l'odio o il rancore a lungo provati. La determinazione della pena, anche in relazione agli aumenti ed alle diminuzioni previsti per le circostanze aggravanti ed attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, la cui valutazione è insindacabile in sede di legittimità, salvo che non sia il frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico e sia sorretta da sufficiente motivazione. Il diniego della concessione delle attenuanti generiche può essere legittimamente giustificato con l'assenza di elementi o circostanze di segno positivo, a maggior ragione dopo la modifica dell'art. 62-bis c.p., per effetto della quale non è più sufficiente lo stato di incensuratezza dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2628/2016 CORTE APPELLO di ANCONA, del 19/10/2017;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/06/2018 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EDUARDO DE GREGORIO.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Ancona, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ha confermato - per quanto ora di interesse - la condanna alla pena di giustizia nei confronti di (OMISSIS) per …

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