Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13356 del 21 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:13356PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, gode di un ampio margine di discrezionalità nella valutazione degli elementi probatori e delle circostanze del caso concreto. Tale valutazione, se adeguatamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità, se non in presenza di vizi di legittimità, quali la violazione di specifiche norme di legge o la manifesta illogicità della motivazione. Il ricorso in Cassazione avverso l'ordinanza cautelare è pertanto inammissibile laddove si limiti a contestare la valutazione in fatto operata dal giudice di merito, senza individuare alcun vizio di legittimità. Inoltre, l'identificazione dell'indagato può ritenersi provata sulla base di elementi indiziari, quali le dichiarazioni della persona offesa che lo conosce, se tali elementi sono adeguatamente motivati e privi di manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 193/2013 TRIB. LIBERTA' di PERUGIA, del 21/05/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS SILVANA;

sentite le conclusioni del PG Dott. FODARONI Maria G., che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 21.5.13 il Tribunale di Perugia Sez.Riesame confermava a carico di (OMISSIS) il provvedimento del GIP di Spoleto che di…

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