Il reato associativo di cui all'art. 416 c.p. è configurabile anche quando il programma criminoso sia limitato alla commissione di una serie determinata di reati, purché sia provata l'esistenza di una struttura organizzativa, seppur minima, finalizzata al perseguimento di tale programma. Il contributo del singolo concorrente al reato associativo non si esaurisce nel mero apporto alla esecuzione dei reati-fine, ma può consistere anche nel rafforzamento del "pactum sceleris" e della struttura delinquenziale attraverso la disponibilità offerta ai correi. La valutazione della gravità del fatto e della capacità a delinquere dell'imputato, ai fini della determinazione della pena, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale deve motivare adeguatamente le proprie scelte in applicazione dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., senza che ciò possa essere censurato in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà. Analogamente, la quantificazione della confisca per equivalente deve essere sorretta da una motivazione congrua e logica, che tenga conto di tutti gli elementi probatori acquisiti.