Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33195 del 25 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:33195PEN

Massima

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L'applicazione della circostanza attenuante della provocazione, di cui all'art. 62 n. 2 c.p., richiede la prova dell'esistenza di uno stato di ira perdurante in ragione di un fatto che giustifichi l'esplosione, in occasione di un ultimo episodio pur apparentemente minore, della carica di dolore o sofferenza sedimentata nel tempo. Tale valutazione deve essere effettuata in modo logico e coerente, senza contrasti motivazionali, tenendo conto di tutti gli elementi di fatto emersi nel processo, anche in relazione alla condotta di eventuali altri soggetti coinvolti. Ove la sentenza impugnata presenti tali vizi, è necessario disporne l'annullamento con rinvio ad altra Corte di appello per un nuovo esame circa la sussistenza dell'invocata attenuante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTAPENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1467/2012 CORTE APPELLO di ANCONA, del 02/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Anco…

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