Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5869 del 12 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:5869PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato comporta l'applicazione delle aggravanti oggettive anche nei confronti di coloro che non ne erano a conoscenza, purché fossero agevolmente conoscibili, in quanto il contributo di ciascun concorrente, anche se di lieve entità, è essenziale per la realizzazione del disegno criminoso. Pertanto, il ruolo di "palo" svolto dall'imputato, pur non essendo l'autore materiale del tentato furto, integra un apporto causale non marginale all'azione delittuosa, tale da escludere l'applicabilità dell'attenuante di cui all'art. 114 c.p. e da giustificare il diniego della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna, in ragione della mancanza di una seria resipiscenza e del concreto inserimento dell'imputato in ambienti criminali, come desumibile dal suo comportamento processuale e dalla spregiudicatezza della condotta tenuta durante e dopo la commissione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. VI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 39/2008 CORTE APP.SEZ.MINORENNI di REGGIO CALABRIA, del 15/01/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. OLDI Paolo;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. BAGLIONE Tindari che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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