Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34232 del 20 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:34232PEN

Massima

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Il reato di estorsione continuata si configura quando l'agente, attraverso l'uso di minacce e violenze, ottiene ingiustamente dalla vittima, proprietaria dei beni sottratti, il trasferimento di somme di denaro a proprio vantaggio, anche se non sempre riesce a conseguire l'intero profitto economico illecitamente perseguito. La qualificazione giuridica del fatto come estorsione, e non come violenza privata o esercizio arbitrario delle proprie ragioni, è determinata dal conseguimento di un ingiusto profitto economico a danno della vittima, che viene spogliata dei suoi averi. Nella determinazione della pena per il reato di estorsione continuata, il giudice gode di ampia discrezionalità nel valutare le modalità gravi e ripetitive della condotta, anche se integrate da reati dichiarati prescritti, nonché nell'applicare gli aumenti per la continuazione, senza necessità di una specifica motivazione per tali aumenti, essendo sufficiente il richiamo alle ragioni poste a base della quantificazione della pena base. La mancata indicazione dell'episodio ritenuto più grave nell'ambito di quelli consumati non inficia la sentenza, in assenza di contestazioni sulla responsabilità dell'imputato per i fatti ascritti, e non incide sul trattamento sanzionatorio, in particolare sulla diminuzione per il tentativo, che rimane invariata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/11/2015 della Corte di Appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso riportandosi ai motivi di ricorso e chiedendone l'accoglimento.
RITENUTO IN …

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