La delibera assembleare che approva lavori di ristrutturazione condominiale, come l'installazione di un "cappotto termico", è illegittima qualora comporti una riduzione della superficie calpestabile delle parti di proprietà esclusiva dei singoli condomini, come i balconi. Il principio di diritto è che le delibere assembleari non possono incidere negativamente sulla proprietà individuale dei condomini, essendo necessario il consenso unanime degli interessati per interventi che comportino una diminuzione delle superfici di proprietà esclusiva. Tale principio trova applicazione anche nel caso di interventi finalizzati al miglioramento energetico dell'edificio, come quelli previsti dal cd. "Superbonus 110%", i quali non possono essere realizzati a spese dei diritti individuali dei condomini sulle parti di loro proprietà esclusiva. La successiva delibera assembleare che escluda espressamente l'intervento sulle parti private, come i balconi, determina la cessazione della materia del contendere, non essendo necessario procedere all'annullamento della precedente delibera illegittima. Tuttavia, in assenza di un atto di transazione sottoscritto dalle parti, non può ritenersi provata l'esistenza di un accordo transattivo che determini la soccombenza virtuale degli attori, con conseguente condanna del condominio al rimborso delle spese processuali.